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La Single Customer View, ossia la vista unica su tutti i dati aggregati di ciascun cliente, sta diventando un’esigenza centrale nella moderna azienda, complici lo sviluppo dei canali di contatto digitali e degli approcci “su misura” al singolo consumatore. La Single Customer View è, infatti, fondamentale per conoscere il cliente a tutto tondo: è il punto di partenza per costruire relazioni personalizzate attraverso canali diversi e trarne un più alto valore di business. La visione olistica, inoltre, aiuta l’azienda a superare i limiti che derivano dalle suddivisioni interne per aree di prodotto.
Per ottenere la Single Customer View è necessario disporre di dati aggiornati in tempo reale e completi, cosa tutt’altro che facile quando alla base si hanno informazioni disperse in differenti silos: indirizzi e ordini nel database dell’amministrazione, reclami nel CRM, wish list di prodotti nei repository del sito Web e così via. Ciascuno di questi sistemi può essere basato su un diverso data model, rendendo ulteriormente più difficile la comunicazione tra loro. Se i canali di contatto non parlano tra loro, le informazioni rimangono disaggregate, non aggiornate, e non permettono di capire il valore del cliente e di offrirgli un’esperienza coerente su tutti i canali di contatto con l’azienda.
La dispersione dei dati in silos, infatti, non solo impedisce di avere una visione olistica del cliente, ma comporta duplicazioni e problemi di qualità delle informazioni che rendono impossibile ottenere ulteriore valore con i tool analitici. Non riuscendo a riunire le informazioni raccolte lungo il customer journey del cliente su diversi canali e contesti aziendali, non sarà possibile dare risposte veloci e mirate e la customer experience risulterà inevitabilmente scadente. Per migliorare l’esperienza utente è quindi indispensabile avere una visione olistica del cliente, che si raggiunge solo aggregando le informazioni disponibili e aggiornate in tempo, compiendo così il salto di qualità verso il paradigma omnicanale.
Conoscere il cliente significa, innanzitutto, avere un unico punto di riferimento, affidabile e aggiornato, per tutti i dati che lo riguardano. A cominciare dalle informazioni anagrafiche con recapiti e modalità di contatto. Non è inusuale che lo stesso cliente abbia associata più di una anagrafica a causa di errori d’immissione, cambi di e-mail o di ragione sociale. Spesso le informazioni hanno affidabilità diversa a seconda del canale da cui provengono: un indirizzo inesatto non sempre impedisce la consegna postale, mentre un’e-mail errata non va in alcun modo a destinazione.
Conoscere il cliente significa sapere cosa compra, disporre quindi di dati storici degli acquisti, aggregati per tutte le divisioni aziendali, tipologie di prodotto e servizi. Nel caso, per esempio, di una banca, servirà poter visualizzare tutti i servizi di cui il cliente sta oggi usufruendo e quelli di cui ha usufruito nel passato, anche se di tipologia diversa: conto deposito, carta di credito, conto titoli, servizi assicurativi e così via.
Importante è anche il tracciamento delle interazioni significative con l’azienda: modulo di contatto online, a e-mail, call center, PEC, ecc. È inoltre utile sapere da quale canale di contatto è avvenuta l’acquisizione del cliente.
Per realizzare una visione olistica di ciascun cliente, la Single Customer View, è necessario costruire un’infrastruttura dedicata all’integrazione delle informazioni provenienti dalle diverse sorgenti, da cui ricavare i dati che sono più utili all’azienda.
Questo è il compito dei DIH (Digital Integration Hub), moderne piattaforme basate su microservizi, Fast Data e API – che favoriscono l’integrazione con applicazioni, frontend e sistemi anche esterni.
Un Digital Integration Hub è composto, tipicamente, di un’architettura a eventi che si interfaccia con i System of Record, realizza stream di dati e li fa confluire in un repository ad alte prestazioni.
Qui, una serie di microservizi appositamente creati aggrega i dati secondo le esigenze specifiche del business e li espone via API a tutti i canali, interni o esterni alla compagnia (sito web, e-commerce, App, customer care) o li invia ad altri sistemi aziendali, come per esempio il CRM. L’accesso controllato alle informazioni è garantito da un API Gateway leggero e affidabile, che come singolo punto di accesso al sistema filtra e gestisce le chiamate in entrata.
Oggi esistono sul mercato soluzioni DIH già pronte e personalizzabili secondo le esigenze del cliente: questo permette di non dover sviluppare da zero l’infrastruttura, con un notevole risparmio di tempi e costi.
Un’architettura DIH integra i dati, migliora l’accessibilità delle informazioni e abilita viste uniche consolidate e aggiornate in tempo reale dei dati conservati nei sistemi specializzati aziendali: CRM, marketing, vendite, supporto clienti, website/app tracking, social media, fatturazione e così via. Consente inoltre di disegnare il customer journey, ossia l’intero percorso di interazioni tra il cliente e l’azienda, e quindi di personalizzare gli approcci migliorando la customer experience e i servizi erogati.
A tutti coloro che in azienda hanno responsabilità nei rapporti con i clienti e con il mercato, le Single Customer View sono un asset fondamentale per prendere decisioni data-driven, avvalendosi di informazioni sempre aggiornate in tempo reale, analitici completi e consolidati per segmentare nel modo più efficace la clientela.
Infine, oltre all’integrazione omnicanale dei dati cliente, le Single Customer View permettono una migliore comunicazione e cooperazione tra le diverse funzioni aziendali.