Internal Developer Platform: self-service per i team distribuiti

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13 Novembre 2023

Soprattutto dopo la pandemia, il lavoro a distanza e i team distribuiti sono diventati molto comuni nella maggior parte delle organizzazioni. Sebbene lavorare da casa presenti alcuni chiari vantaggi, primo fra tutti un migliore equilibrio tra lavoro e vita privata, non è privo di aspetti negativi. Infatti, secondo Gartner, “chi sviluppa software è frustrato da processi e strumenti di progettazione che non sono stati progettati per ambienti di lavoro remoti”. Affrontare questo problema è fondamentale per i leader IT che gestiscono team distribuiti.

Fornire ai team di sviluppo funzionalità self-service è uno dei passaggi più importanti nel favorire pratiche di sviluppo del software più agili, remote-friendly e innovative. Questo cambiamento è guidato dalle internal developer platforms (IDP), che astraggono le complessità delle tecnologie cloud-native e migliorano la developer experience.

Secondo l’indagine State of Platform Engineering di Puppet, l’adozione delle IDP è in aumento, con oltre la metà delle aziende che le ha incorporate negli ultimi tre anni. Questo cambiamento è ampiamente condiviso, visto che uno schiacciante 93% degli intervistati ritiene che l’adozione delle IDP sia un passo positivo per far progredire le pratiche di sviluppo del software.

Questo articolo descrive le piattaforme self-service, l’importanza di abilitare le funzionalità self-service per i team di sviluppo di un’organizzazione e i componenti chiave di una piattaforma self-service efficiente e scalabile.

Funzionalità self-service in team di sviluppo distribuiti

Una Self-Service Developer Platform (SDP) è un insieme completo di strumenti, servizi e risorse che consentono a chi sviluppa software di creare, distribuire e gestire applicazioni software in modo indipendente. Sfruttando una SDP, i team di sviluppo hanno accesso a boilerplate standardizzati e predefiniti, che garantiscono loro l’autonomia e la flessibilità necessarie per un rapido provisioning di risorse, riducendo al minimo gli attriti e snellendo l’intero processo di rilascio del software.

Inoltre, per i team distribuiti, le SDP forniscono un ambiente unificato in cui i membri di tutto il mondo possono collaborare senza problemi, condividendo codice, risorse e accesso agli strumenti.

I benefici di una Self-Service Platform

La caratteristica principale di una piattaforma self-service è la capacità di astrarre le complessità della gestione dell’infrastruttura, fornendo ai team di sviluppo un’interfaccia facile da usare che consente loro di eseguire il provisioning, scalare e gestire in modo efficiente i propri ambienti di sviluppo. Con un’esperienza self-service uniforme, i membri del team possono dedicare meno tempo ad armeggiare con l’infrastruttura e più tempo a creare soluzioni innovative e a migliorare l’esperienza dell’utente.

Ecco alcuni modi specifici in cui una piattaforma self-service può semplificare il lavoro sull’infrastruttura:

  • Provisioning automatico: una piattaforma self-service automatizza il provisioning delle risorse infrastrutturali, come server, storage e networking. Il provisioning automatizzato consente di risparmiare tempo e fatica e assicura che l’infrastruttura sia configurata in modo coerente e sicuro.
  • Cataloghi self-service: i cataloghi self-service forniscono un elenco di risorse infrastrutturali preconfigurate, consentendo ai team di trovare facilmente ciò di cui hanno bisogno e di evitare errori nella configurazione dell’infrastruttura.
  • Strumenti self-service: questi strumenti possono riguardare il monitoragio, la risoluzione di problemi e l’automatizzazione dell’infrastruttura.

Vantaggi operativi di una piattaforma self-service
Oltre alla riduzione degli interventi sull’infrastruttura, le piattaforme self-service offrono alcuni vantaggi operativi, tra i quali:

  • Maggiore sicurezza: Le piattaforme self-service sono dotate di controlli di sicurezza integrati e di aggiornamenti di sicurezza automatici, che garantiscono che le applicazioni gestite dalla piattaforma siano protette dalle minacce alla sicurezza. Inoltre, le piattaforme self-service favoriscono il controllo centralizzato delle risorse dell’infrastruttura. Questa centralizzazione offre agli amministratori IT una visione unica di chi ha accesso a quali risorse.
  • Migliore conformità: Le piattaforme self-service facilitano e semplificano le attività di conformità fornendo ai team di sviluppo boilerplate standardizzati e predefiniti. Queste piattaforme assicurano che le applicazioni abbiano una base incentrata sulla conformità, consentendo alle organizzazioni di monitorare e verificare l’utilizzo dell’infrastruttura.
  • Accelerazione dei tempi di commit e deploy: Le piattaforme self-service snelliscono il processo di consegna del software automatizzando le attività ripetitive, con conseguente accelerazione del time-to-market.

Internal Developer Platform: una panoramica

Un’Internal Developer Platform (IDP) è un livello self-service che dà potere ai team di sviluppo, offrendo loro l’autonomia e l’accesso self-service agli strumenti necessari per creare, gestire e monitorare i processi di sviluppo.

Le IDP rappresentano una soluzione poliedrica per affrontare le dinamiche della domanda e dell’offerta, assicurando agli sviluppatori le risorse di cui hanno bisogno quando ne hanno bisogno. Facilitano la scalabilità delle risorse, consentendo il provisioning e il de-provisioning on-demand per adeguare l’offerta di risorse alle richieste del progetto.

Astraendo le complessità necessarie per gestire l’infrastruttura, le IDP riducono il carico cognitivo di chi sviluppa, migliorando così la developer experience.

Da dove cominciare con un’Internal Developer Platform

Come ampiamente discusso in questo articolo, sono molteplici le ragioni per cui le organizzazioni dovrebbero prendere in considerazione l’adozione degli IDP. Tuttavia, avviare questa adozione può essere un’impresa ardua.

Questa sezione illustra come avviare una conversazione e adottare con successo le IDP.

  1. Valutazione e analisi dei bisogni: Prima di adottare un IDP, è essenziale valutare i processi e i punti critici della propria organizzazione. Occorre rispondere a domande come:
    • Quali strumenti e servizi utilizzano i team?
    • Quali sono le loro esigenze e i loro desideri?
    • Come può un IDP aiutare a risolvere queste esigenze?

    Rispondere a queste domande aiuterà a decidere quando adottare un IDP e quali caratteristiche e funzionalità includere.

  2. Definire obiettivi chiari: Indicare chiaramente cosa si vuole ottenere con l’implementazione di un IDP. Questi obiettivi devono essere allineati con le strategie IT e aziendali più ampie dell’organizzazione.
  3. Costruire un team di promotori: Un IDP è un cambiamento significativo, perciò è importante avere un team di sostenitori entusiasti e competenti provenienti da vari dipartimenti dell’organizzazione. Idealmente, questo team dovrebbe includere figure diverse, come dev, platform engineers e altri stakeholder come product manager, esperti della sicurezza e ingegneri operativi.
    Il team advocate promuoverà l’IDP ad altri team, fornirà supporto e formazione e aiuterà a risolvere i problemi.
  4. Selezione della tecnologia: Nella scelta dello stack tecnologico per l’IDP, bisogna considerare fattori quali la scalabilità, la compatibilità con i sistemi esistenti, il supporto della comunità, la sicurezza, la facilità d’uso, il supporto del fornitore, l’estensibilità ecc.
    Tuttavia, è importante notare che le organizzazioni possono modificare le decisioni relative allo stack tecnologico nel corso del tempo per adattarsi alle loro esigenze.
  5. Iniziare in piccolo, iterare e perfezionare: è importante concentrarsi su alcune caratteristiche fondamentali e su un piccolo team o progetto, invece di cercare di diffonderle contemporaneamente in tutta l’organizzazione. La chiave è ottenere il feedback dei gruppi coinvolti e usarlo per migliorare l’IDP, espandendo gradualmente il loro uso man mano che si acquisisce maggiore fiducia nella loro efficacia.
  6. Comunicare ed educare: Privilegiare una comunicazione e un’educazione chiare, tenendo informato il team sull’IDP e su come può essere utile. Servirà quindi creare una documentazione di facile comprensione e mantenere aperti i canali per discussioni, feedback e aggiornamenti. Una comunicazione efficace consente ai team di rimanere informati sull’IDP e sulle sue capacità in evoluzione.

Per quanto riguarda l’IDP e il suo funzionamento, abbiamo già dedicato un articolo ad illustrare i 7 componenti essenziali di un’Internal Developer Platform. Oltre a questi, riportiamo qui altri componenti che rendono un’IDP efficace:

  • Orchestrazione dell’infrastruttura: Questo componente consente ai team di gestire autonomamente la propria infrastruttura su richiesta. Orchestra l’infrastruttura esistente in modo automatizzato e intelligente.
  • RBAC: questo componente consente di controllare chi può accedere a quali risorse dell’IDP. RBAC è importante per la sicurezza, in quanto assicura che solo gli utenti autorizzati possano leggere o modificare dati sensibili o eseguire determinate attività.
  • Gestione della configurazione delle applicazioni: Questo componente ci aiuta a gestire le applicazioni in modo affidabile, migliorando la coerenza e riducendo gli errori.
  • Gestione degli ambienti: La gestione degli ambienti consente ai team di sviluppo di creare o ripristinare ambienti su richiesta.
  • Osservabilità: L’osservabilità ci permette di monitorare e risolvere i problemi dell’IDP.

Internal Developer Platform per i team Platform, Ops e DevOps

Oltre ai team di sviluppo applicativo, l’IDP è utilizzata anche da altri team all’interno dell’organizzazione; in particolare:

  • Platform Team: responsabile di creare, eseguire e mantenere l’IDP, in modo che esso sia un accesso self-service alle risorse dell’infrastruttura.
  • Team Ops: responsabile di Automatizzare attività come la distribuzione e la gestione delle applicazioni e la risoluzione dei problemi.
  • Team DevOps: responsabile di colmare il divario tra sviluppo e operazioni senza il carico cognitivo dei principi DevOps tradizionali. Ciò consente l’integrazione e il rilascio continui e automatizza i test e la distribuzione.

Importanza della separazione dei compiti e delle varie interfacce (Internal Developer Portal, service catalog, interfaccia utente, API o CLI)

Nell’ambito dello sviluppo del software, la separazione dei compiti è un principio di progettazione che consente di gestire la complessità separando il sistema in sezioni distinte, ognuna delle quali è responsabile di un compito separato.

Nel contesto delle IDP, la separazione delle preoccupazioni assicura che i diversi aspetti dello sviluppo e delle operazioni siano gestiti in modo indipendente ed efficace. Le IDP possono anche offrire diverse interfacce e punti di accesso, come Internal Developer Portal, service catalog, interfacce utente (UI), API e interfacce a riga di comando (CLI). Queste interfacce contribuiscono a unificare l’esperienza degli sviluppatori, rispondendo alle diverse esigenze dei vari team e individui.

Tendenze di sviluppo del software che sono catalizzatori per l’adozione dell’Internal Developer Platform

Le IDP sfruttano le tendenze dello sviluppo software come il cloud computing, i microservizi e DevOps, fornendo una piattaforma self-service per la gestione dell’infrastruttura, l’implementazione e la scalabilità delle applicazioni e la collaborazione con i team DevOps.

Inoltre, man mano che un numero sempre maggiore di organizzazioni abbraccia i microservizi modulari, le IDP diventano ancora più importanti fornendo strumenti come il service discovery, il bilanciamento del carico e il monitoraggio per gestire la complessità delle applicazioni basate sui microservizi. Le IDP sono vantaggiose anche per i team DevOps, in quanto forniscono un’unica piattaforma per tutte le attività di sviluppo e operative, migliorando lo sviluppo del software, la velocità di rilascio e l’efficienza.

Il rapporto tra Internal Developer Platform e DevOps

Le Internal Developer Platform (IDP) e DevOps sono approcci complementari allo sviluppo e alla distribuzione del software. Le Internal Developer Platform forniscono le basi tecniche, offrendo strumenti e automazione per semplificare i flussi di lavoro di sviluppo, mentre i principi DevOps enfatizzano la collaborazione, la trasparenza e il miglioramento iterativo.

Le IDP consentono il provisioning self-service, CI e CD, che sono fondamentali per la filosofia DevOps. Questa sinergia crea una cultura di responsabilità condivisa, in cui i team di sviluppo e operativi lavorano insieme per ottimizzare lo sviluppo, il collaudo e il rilascio  del software. Ciò si traduce in processi più rapidi, affidabili e collaborativi.

Infine, ma non per importanza, le IDP permettono di adottare l’approccio Shift Down, l’evoluzione dello shift left.

Conclusione

L’importanza delle piattaforme self-service nello snellire il processo di rilascio del software non può essere sopravvalutata. Queste piattaforme forniscono ai team di sviluppo strumenti, risorse e infrastrutture standardizzate che possono utilizzare per il provisioning e la gestione dei loro ambienti, la distribuzione delle applicazioni e la collaborazione con gli altri membri del team.

Offrendo ai membri questa autonomia, le piattaforme self-service consentono ai team di lavorare in modo più efficiente, riducendo la dipendenza dai team IT e operativi e accelerando il ciclo di vita dello sviluppo software.

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INDICE
Funzionalità self-service in team di sviluppo distribuiti
I benefici di una Self-Service Platform
Internal Developer Platform: una panoramica
Da dove cominciare con un’Internal Developer Platform
Internal Developer Platform per i team Platform, Ops e DevOps
Tendenze di sviluppo del software che sono catalizzatori per l’adozione dell’Internal Developer Platform
Il rapporto tra Internal Developer Platform e DevOps
Conclusione