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Soprattutto dopo la pandemia, il lavoro a distanza e i team distribuiti sono diventati molto comuni nella maggior parte delle organizzazioni. Sebbene lavorare da casa presenti alcuni chiari vantaggi, primo fra tutti un migliore equilibrio tra lavoro e vita privata, non è privo di aspetti negativi. Infatti, secondo Gartner, “chi sviluppa software è frustrato da processi e strumenti di progettazione che non sono stati progettati per ambienti di lavoro remoti”. Affrontare questo problema è fondamentale per i leader IT che gestiscono team distribuiti.
Fornire ai team di sviluppo funzionalità self-service è uno dei passaggi più importanti nel favorire pratiche di sviluppo del software più agili, remote-friendly e innovative. Questo cambiamento è guidato dalle internal developer platforms (IDP), che astraggono le complessità delle tecnologie cloud-native e migliorano la developer experience.
Secondo l’indagine State of Platform Engineering di Puppet, l’adozione delle IDP è in aumento, con oltre la metà delle aziende che le ha incorporate negli ultimi tre anni. Questo cambiamento è ampiamente condiviso, visto che uno schiacciante 93% degli intervistati ritiene che l’adozione delle IDP sia un passo positivo per far progredire le pratiche di sviluppo del software.
Questo articolo descrive le piattaforme self-service, l’importanza di abilitare le funzionalità self-service per i team di sviluppo di un’organizzazione e i componenti chiave di una piattaforma self-service efficiente e scalabile.
Una Self-Service Developer Platform (SDP) è un insieme completo di strumenti, servizi e risorse che consentono a chi sviluppa software di creare, distribuire e gestire applicazioni software in modo indipendente. Sfruttando una SDP, i team di sviluppo hanno accesso a boilerplate standardizzati e predefiniti, che garantiscono loro l’autonomia e la flessibilità necessarie per un rapido provisioning di risorse, riducendo al minimo gli attriti e snellendo l’intero processo di rilascio del software.
Inoltre, per i team distribuiti, le SDP forniscono un ambiente unificato in cui i membri di tutto il mondo possono collaborare senza problemi, condividendo codice, risorse e accesso agli strumenti.
La caratteristica principale di una piattaforma self-service è la capacità di astrarre le complessità della gestione dell’infrastruttura, fornendo ai team di sviluppo un’interfaccia facile da usare che consente loro di eseguire il provisioning, scalare e gestire in modo efficiente i propri ambienti di sviluppo. Con un’esperienza self-service uniforme, i membri del team possono dedicare meno tempo ad armeggiare con l’infrastruttura e più tempo a creare soluzioni innovative e a migliorare l’esperienza dell’utente.
Ecco alcuni modi specifici in cui una piattaforma self-service può semplificare il lavoro sull’infrastruttura:
Vantaggi operativi di una piattaforma self-service
Oltre alla riduzione degli interventi sull’infrastruttura, le piattaforme self-service offrono alcuni vantaggi operativi, tra i quali:
Un’Internal Developer Platform (IDP) è un livello self-service che dà potere ai team di sviluppo, offrendo loro l’autonomia e l’accesso self-service agli strumenti necessari per creare, gestire e monitorare i processi di sviluppo.
Le IDP rappresentano una soluzione poliedrica per affrontare le dinamiche della domanda e dell’offerta, assicurando agli sviluppatori le risorse di cui hanno bisogno quando ne hanno bisogno. Facilitano la scalabilità delle risorse, consentendo il provisioning e il de-provisioning on-demand per adeguare l’offerta di risorse alle richieste del progetto.
Astraendo le complessità necessarie per gestire l’infrastruttura, le IDP riducono il carico cognitivo di chi sviluppa, migliorando così la developer experience.
Come ampiamente discusso in questo articolo, sono molteplici le ragioni per cui le organizzazioni dovrebbero prendere in considerazione l’adozione degli IDP. Tuttavia, avviare questa adozione può essere un’impresa ardua.
Questa sezione illustra come avviare una conversazione e adottare con successo le IDP.
Rispondere a queste domande aiuterà a decidere quando adottare un IDP e quali caratteristiche e funzionalità includere.
Per quanto riguarda l’IDP e il suo funzionamento, abbiamo già dedicato un articolo che illustra i 7 componenti essenziali di un’Internal Developer Platform. Oltre a questi, riportiamo qui altri componenti che rendono un’IDP efficace:
Oltre ai team di sviluppo applicativo, l’IDP è utilizzata anche da altri team all’interno dell’organizzazione; in particolare:
Nell’ambito dello sviluppo del software, la separazione dei compiti è un principio di progettazione che consente di gestire la complessità separando il sistema in sezioni distinte, ognuna delle quali è responsabile di un compito separato.
Nel contesto delle IDP, la separazione delle preoccupazioni assicura che i diversi aspetti dello sviluppo e delle operazioni siano gestiti in modo indipendente ed efficace. Le IDP possono anche offrire diverse interfacce e punti di accesso, come Internal Developer Portal, service catalog, interfacce utente (UI), API e interfacce a riga di comando (CLI). Queste interfacce contribuiscono a unificare l’esperienza degli sviluppatori, rispondendo alle diverse esigenze dei vari team e individui.
Le IDP sfruttano le tendenze dello sviluppo software come il cloud computing, i microservizi e DevOps, fornendo una piattaforma self-service per la gestione dell’infrastruttura, l’implementazione e la scalabilità delle applicazioni e la collaborazione con i team DevOps.
Inoltre, man mano che un numero sempre maggiore di organizzazioni abbraccia i microservizi modulari, le IDP diventano ancora più importanti fornendo strumenti come il service discovery, il bilanciamento del carico e il monitoraggio per gestire la complessità delle applicazioni basate sui microservizi. Le IDP sono vantaggiose anche per i team DevOps, in quanto forniscono un’unica piattaforma per tutte le attività di sviluppo e operative, migliorando lo sviluppo del software, la velocità di rilascio e l’efficienza.
Le Internal Developer Platform (IDP) e DevOps sono approcci complementari allo sviluppo e alla distribuzione del software. Le Internal Developer Platform forniscono le basi tecniche, offrendo strumenti e automazione per semplificare i flussi di lavoro di sviluppo, mentre i principi DevOps enfatizzano la collaborazione, la trasparenza e il miglioramento iterativo.
Le IDP consentono il provisioning self-service, CI e CD, che sono fondamentali per la filosofia DevOps. Questa sinergia crea una cultura di responsabilità condivisa, in cui i team di sviluppo e operativi lavorano insieme per ottimizzare lo sviluppo, il collaudo e il rilascio del software. Ciò si traduce in processi più rapidi, affidabili e collaborativi.
Infine, ma non per importanza, le IDP permettono di adottare l’approccio Shift Down, l’evoluzione dello shift left.
L’importanza delle piattaforme self-service nello snellire il processo di rilascio del software non può essere sopravvalutata. Queste piattaforme forniscono ai team di sviluppo strumenti, risorse e infrastrutture standardizzate che possono utilizzare per il provisioning e la gestione dei loro ambienti, la distribuzione delle applicazioni e la collaborazione con gli altri membri del team.
Offrendo ai membri questa autonomia, le piattaforme self-service consentono ai team di lavorare in modo più efficiente, riducendo la dipendenza dai team IT e operativi e accelerando il ciclo di vita dello sviluppo software.
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