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La continua crescita ed espansione dei canali di interazione con l’utente, uno dei trend che ha caratterizzato il mercato digitale dell’ultimo decennio, ha portato le aziende a sviluppare una molteplicità di connessioni API tra i sistemi di business (systems of record, SOR) e i touchpoint digitali (systems of engagement, SOE).
Questa “matassa” di connessioni, che spesso va a integrare sistemi legacy poco performanti con touchpoint di ultima generazione che servono migliaia di utenti l’ora, si è andata aggrovigliando sempre di più, portando le aziende a una situazione davvero difficile da governare.
È quella che noi in Mia‑Platform chiamiamo “Spaghetti API Architecture”.
L’immagine rende l’idea?
Le principali conseguenze di questo fenomeno, ben visibile nella maggior parte delle grandi aziende, sono in genere:
Anche i tradizionali middleware di integrazione, utilizzati per l’orchestrazione, il mapping e la trasformazione dei dati provenienti dai SOR, sono ormai insufficienti: come afferma la società di ricerche Gartner, “Un accesso veloce basato su API con dati dispersi su sistemi differenti è costoso e richiede uno sforzo di integrazione notevole”.
Integrare i sistemi comporta infatti non pochi ostacoli tecnici: per esempio, un’iniziativa di modernizzazione dei sistemi legacy, che punti a integrarli di volta in volta con i canali digitali e touchpoint più moderni, deve mettere in conto l’effort d’integrazione e i costi elevati richiesti per connettere ogni nuovo canale. Non solo, ma sviluppando singolarmente le integrazioni si vengono a creare i problemi di IT governance e perdita di controllo dei sistemi che abbiamo visto sopra, e che possono esprimersi in varie forme: duplicazioni di codice e logica di business, problemi di sicurezza e protezione delle applicazioni, difficoltà di scalarle in rapporto ai picchi di traffico, maggiori rischi di fermi operativi imprevisti.
Le strategie tecnologiche omnicanale di integrazione dei sistemi rappresentano la strada privilegiata da imboccare per un’organizzazione che voglia davvero interagire in maniera più efficiente con i consumatori: ne è una manifestazione chiara l’affermarsi recente di un nuovo paradigma architetturale, denominato “Digital Integration Hub” (DIH).
Il DIH è la soluzione che si propone infatti di costruire un’unica piattaforma digitale aziendale, attraverso cui gestire tutte le operazioni di integrazione di dati e sistemi e il delivery delle informazioni verso tutti i touchpoint omnicanale.
Una piattaforma di questo tipo, basata sulle tecnologie Fast Data, microservizi e API, consente infatti di disaccoppiare in modo forte i canali digitali dai sistemi sottostanti, integrando una volta per tutte i SOR e “liberando” l’informazione dai sistemi stessi, mettendola finalmente a disposizione di tutti i possibili applicativi dell’ecosistema aziendale.
La Suite di prodotti Mia‑Platform è la prima soluzione end-to-end sul mercato a fornire tutte le componenti necessarie a sviluppare e gestire una piattaforma digitale aziendale di questo tipo.
I benefici per l’azienda sono evidenti:
Inoltre, centralizzando la gestione dei dati, dei microservizi e delle API, la piattaforma garantisce una governance chiara e semplificata degli asset IT aziendali, favorendo la gestione e il lavoro in parallelo di team interni ed esterni e facilitando l’implementazione di policy di sicurezza e buone pratiche.
Tutto ciò va a favore della capacità delle organizzazioni di fornire agli utenti le funzionalità, le applicazioni e i servizi che desiderano in tempi più brevi, favorendo la user-experience omnicanale e accelerando il time-to-market.
Mockup da immagine Unsplash.